martedì 31 ottobre 2006

NIGHTMARE BEFORE TANGO

PERSONAGGI:
July: studentessa americana al dip. di Cinema e TV
Hei-San: studentessa coreana al dip. di Cinema e TV
Sonny: tanguera di taiwan
Feria: tanguera pachistana
Elisa: tanguera italiana (io)
Michele:tanguero italiano
Jo-han: tanguero coreano
Ann: tanguera americana
Rocky: tanguero americano

ANTEFATTO
Tutto ebbe inizio col tango..
Una bellissima serata di settembre, sudata e pagata cara dovendo i due tangueri italiani noleggiare un'auto per godersela. Molti volti nuovi e tutti carini come Re Magi per Befana vengono a portare in dono il loro sorriso più o meno ipocrita ma sicuramente curioso alle due new entries, ossia i due tangueri italiani, Elisa e Michele. Nel vorticare di giri e ochos si stringono le conoscenze e finalmente intravedono uno spiraglio di speranza: i due tangueri italiani hanno forse trovato un altro appartenente alla stessa specie: tanguero abitante a denton, tx? Noncuranti di tutto il resto si avventano sulla preda che ormai stretta nella morsa famelica dei due cede promettendo un passaggio per una nuova milonga (serata di tango) il giorno dopo.

CAPITOLO 1 - IL VIAGGIO
Puntuali come due orologi austriaci si presentano all'appuntamento previsto. Ore 7.30pm all'edificio Union della UNT (University of North Texas). Qui passeranno presto a rimorchiarli due nuovi personaggi: July e Hei-San (ribattezzate in seguito 'il gatto e la volpe' per l'acume dimostrato). Le due ragazze devono girare un documentario sul tango e per questo ci scorteranno alla famosa milonga. Attrezzature professionali ingombrano il portabagagli, mentre noi largheggiamo nei sedili posteriori di una comoda auto fuoristrada americana. Passiamo a prendere anche Hei-San, che dopo svariate telefonate rcuperiamo in mezzo alla strada piuttosto innervosita dai giri e rigiri che ci siamo fatti per trovarla da una parte e dall'altra del complesso residenziale in cui abita. Finalmente al completo, partiamo. Conversazioni intellettuali sulla natura del tango, animano l'atmosfera e un'ora di viaggio dopo, dowtown Dallas svetta luminosa tra una tangenziale, un'autostrada e cavalcavia da fantascienza. Noi prendiamo per il lago, Lake Dallas, dopo aver contattato Jo-Han però che dovrebbe essere da qualche parte ad aspettarci, se ho ben capito, e scortarci in questa sperduta milonga. Dopo svariate inversioni a U e decine di telefonate troviamo il tanguero coreano che ci aspetta nel desolato parcheggio di una non meglio identificata zona losca. Da qui ha inizio il vero incubo: ricordate 'Venerdì 13' e derivati? il luogo è quello e la compagnia gli è vicina. Un lago, nero, cupo con l'immancabile nebbiolina che offusca le forme di impalpabili mostri lacustri; strade che si immettono in stradine che diventano sentieri che diventano fitto bosco senza confini se non quello pericoloso del lago; luci di case che appaiono in altrernanza come lucciole d'estate; quale sarà la nostra lucciola? Auto silenziose arrivano da non si sa dove, parcheggiano e poi ripartono senza nessuna apperente giustificazione se non quella di aumentare il nostro livello ansiogeno. Abbiamo una cartina però! July da meticolosa ragazza americana, ha stampato la Virgilio Map per arrivare in questa labirintica milonga e adesso ci serve cribbio! Studiamo a turno il papiro oracolo e ognuno giunge alla propria diversissima conclusione sul come arrivare in questa antipatica milonga. Tentiamo la strada del tanghero coreano e lo seguiamo come segugi nella notte fino ad arrivare in un grande parcheggio con delle luci..da stadio?...eh sì! E' uno stadio da baseball, piccolo ma ci sono anche due macchine e dei ragazzi che si allenano! Ci conforta vedere che non siamo poi così fuori dal mondo. Proprio davanti allo stadio, un altro edificio, grande ma a dimensione-casa. Le luci sono accese. Da qui il lago sembra perfino bello e romantico, con la luna che si specchia tra le increspature delle quiete onde. Arrivano altre auto, sono Feria e Sonny e poi altri due tangheri americani. Segno buono. Deve essere davvero questo il posto. Vado a controllare. Entro. Le luci sono accese, qualcuno ci sarà. Stento un timido: 'Hallo!'. Niente. Sono nell'atrio, forse non mi sentono. Ma perché io non sento loro? E la musica? Non c'è o sono tutti nel seminterrato nelle mani di un delirante maniaco con la motosega supersilenziosa? Jo-Han mi ha raggiunto. Perché solo nei film Horror, si va in giro da soli in posti come quello. Facciamo un giro mentre gli altri ci guardano dalle vetrate, appicicati all'alone del respiro stampato sui vetri. Sembra davvero che la festa sia finita all'improvviso e che tutti siano scappati per l'arrivo dell'inatteso ospite Lockenss o che si tratti invece di una festa a sorpresa percui tutti sono nascosti da qualche parte nell'attesa di saltare fuori come pupazzi a molla da scatoline colorate e invece....invece non c'è nessuno. Prima di accertare la presenza di poco raccomandabili compagnie, tipo l'Assassino di cui poc'anzi, svignamo fuori e raggiungiamo le auto. Discussioni sul da farsi, esasperano i già provati protagonisti della vicenda che non capiscono tutto questo architettare piani. Tentiamo le diverse possibilità? Please? Senza dare importanza all'ordine. Si tratta di tenatativi se non ci siamo capiti, no? No. I coreani e taiwan girl hanno bisogno di tempo per riflettere e meditare sul da farsi. Quindi passiamo tra vani tentativi di accordo, una buona mezzora. Intanto la dannata milonga è iniziata da due ore e fra altre due sarà finita. Ma non ci pensiamo. Tento un timido: 'Ok let's go!' che sembra essere accolto. Feria parte con la sua auto sportiva, nero luccicante, convinta delle sue teorie. Cerco di spronare gli altri ma Faria fa in tempo a tornare che ci trova ancora lì: qualcuno sta ancora cercando di capire la mappa! Faria ha fallito.Non ci sono strade da quella parte. Decidiamo di unire i nostri LOST destiny e riprendiamo a carovana la strada per la strada principale e tentare una nuova entrata a nightmare Lake fuckin' milonga. L'ospedale sulla strada ci fa trovare un barlume di orientamento e così proviamo a rientrare nel parco. Strade, stradine, sentieri e bosco. Ancora. Non è cambiato nulla. E come personaggi di 'Memento' riviviamo la stessa eccitazione di chi si sente finalmente vicino alla mèta e poi la stessa amara delusione. Questa volta scendiamo dalla macchina e tra i moccoli in coreano di chi per essere più carina si è messa degli sciagurati tacchi, prendiamo un sentiero convinti di essere sulla via buona per questa milonga del menga. Carichi delle attrezzature, esausti come cammelli e infastiditi l'uno dall'altro, ci chiediamo dove cazzo sta l'Assassino e perché non viene fuori che ci siamo rotti i coglioni! E invece quello che troviamo è una carrozza, un cavallo bianco e un cocchiere in divisa. Sogno o son desta? La fantasia va sempre più avanti della realtà e purtroppo scopriamo che si tratta di un matrimonio che si sta festeggiando proprio lì nel lumicino-lucciola che abbiamo con tanta dedizione seguito convinti fosse il nostro lumicino! Arresa, disarmata di ogni buon proposito penso:"Chi me lo ha fatto fare?" ma ancora non sapevo che ne sarebbero successe delle belle!
In quattro in macchina. Gli altri dispersi. Non rimane che andarsene. Rimane solo un'ultima pista da seguire e solo per scommessa decidiamo di intraprenderla. E solo per il genio dell'uomo che ho la fortuna di avere accanto, è quella buona. Dopo una buona altra mezzora e la noia nel cuore arriviamo allo chalet del lago dove si svoge la Mariposa, milonga butterfly effect.

CAPITOLO 2 - LA MILONGA
Entriamo in quattro e vediamo che qualcuno , prima di noi aveva trovato la strada, Faria e i due anonimi americani. Belli stronzi! Non avevamo detto di chiamare gli altri dispersi nel caso avessimo trovato la milonga de sta' m...!?
La milonga alla fine faceva abbastanza pena, tanto per sollvarsi il morale, ma c'è una cosa che devo raccontare. La prima persona che vediamo entrando è un uomo sulla quarantina, grosso, col pancione tanghero, nero. Un uomo che conosco. Rocky. Dopo qualche minuto mi avvicino a lui: 'Mi scusi ma lei, per caso, era lo scorso anno a Buenos Aires?'. Sì, il destino alle volte è veramente strano. Le strade intricate del parco del lago si reincrociavano tutte in quel momento riportando dentro di me quel senso di stregata psicomagia che costella la mia vita.

CAPITOLO 3 - LA VERGOGNA
Uscendo dopo nemmeno un'ora di milonga, decidiamo che l'incubo ormai è finito e possiamo concederci una colazione notturna (che per gli americani va bene da mezzanotte in poi) e quindi andiamo in un bar ad hoc. Una mosca con una capigliatura anni '80 ha origliato le nostre intenzioni e viscida ci segue al bar. Ha l'ardire di sedersi al nostro tavolo e con la leggerezza del culo di un ippopotamo si rivolge a noi tangueri italiani chiedendo di pagare per la undying milonga. Ma come?! Siamo stati un'ora nella tua awful milonga e non ci hai chiesto niente! Con grazia e senso di superiorità da Lord tiriamo fuori i soldi nella speranza che tutto quello che ha a che vedere con Ann e le sua milonghe taccia per sempre. Peccato che per i successivi 40 minuti non sia stato così!

FINALE
Come tutti gli horror movies nel finale c'è sempre l'incubo del male che fa di nuovo capolino. Perciocché, stremati ma allegri e complici again nella guerra contro Ann (la stronza qui, aveva fatto pagare anche le due povere film makers che certo non avevano ballato e ripreso ancor meno!) siamo ripartiti per Denton. Autostrada, lunga e diritta per un'ora. Viaggio tranquillo, liscio...finché un BOOOOOMMM! La macchina comincia a sbandare, io impallidisco pensando: "Sono venuta a morire in America?!?", sento dietro di me il silenzio di Michele e vedo July irrigidirsi nel disperato tentativo di tenere la macchina. Non so come sia stato possibile ma la macchina non ha fatto testa-coda, ha tenuto la strada e piano piano ha eseguito la frenata sulla corsia di emergenza. Una ruota esplosa o meglio qualche brandello di gomma è quello che abbiamo visto uscendo ancora tremolanti dalla macchina. Quel che è successo dopo ve lo immaginate: i tangheri italiani vestiti di tutto punto, sdraiati sull'asfalto per cambiare la gomma mentre l'americana in stato di shock continuava a ripetere: "my god!".

MORALI
Non dare credito a Virgilio Map.
Non mettere i tacchi se non sei sicuro di poterli togliere all'occorrenza.
Le vie del Tango sono infinite.
Mai fidarsi di una mosca con la pettinatura anni '80.
Porta sempre un cencio in macchina per sdraiartici sopra se buchi.

giovedì 12 ottobre 2006

MILONGA

Una piccola davvero piccola milonga, con un numero di persone giusto a saturare la sala solo se ballano tutte insieme appassionatamente. Un dj che ama i classici e il neotango, il pavimento liscio e senza buche, bar-caffetteria adiacente e infine ad ingresso gratuito! Insomma una milonga molto carina nella media delle milonghe di Dallas. Mi lamento molto della scarsa quantità di milonghe in questa zona abitata da 6 milioni di abitanti. Ma in fondo forse il problema è che ci sono pochi tangheri e i pochi che ci sono sono contesi tra le diverse scuole. Non se ne può più di queste storie medievali. Guerre fredde senza fine di cui si è persa la causa scatenante nei meandri delle memorie offuscate forse dal miraggio di facili guadagni. Che peccato rovinare una così bella passione con questo genere di ragionamenti. Io me ne infischio e penso a stringere legami trasversali tra le scuole. Chissà che una straniera non metta su una milonga dove vengono tutti! Questa settimane questa milonga era l'unica della settimana. Ma si può? Io sarò abituata male, (intendi 'bene') dalla Toscana ma loro sono spentini. Oltre tutto hanno sta cosa dell'orario da galline: milonga dalle otto nove di sera a mezzanotte massimo l'una. Come il cinema!Ma questa è una milonga signori!I tangheri sono animali notturni.Ogni volta che finisce la serata, mi viene naturale pensare e ora dove posso andare a ballare?E poi mi ricordo che gli americani sono così. Ieri sera però è stata una bella serata, in cui si respira l'atmosfera di passione divertita che voglio sentire quando vado in milonga. E poi per fortuna il numero delle donne-pericolo affette dalla sindrome 'se non sgambetto pensano che non sono brava' era limitato. Anche loro non le capisco.L'adorno è bello ma come il gioco, finché dura poco. Alle volte le vedi storcersi in pose sgraziate pur di fare quel boleo.Mah..Valleacapì! E poi con i tacchi non si scherza!!

Ieri poi mi è capitata anche una scena buffissima. Stavo seduta su un divano, in meritato riposo, quando ha inizio la nuova tanda. Mi guardo intorno più per curiosare che per cercare un invito, e mi vedo fare il cabeceo da un uomo che stava dall'altra parte della sala. Così sorrido e mentre aspetto che mi venga a prendere, vedo alzarsi come una molla, la ragazza che stava seduta vicino a me. Convinta della mia errata interpretazione mi sento un pò in imbarazzo e mi metto a ridere sguaiatamente, ma solo dentro di me. In apparenza faccio la gnorri, ossia finta di niente. I due iniziano a ballare proprio davanti a me. Alzo lo sguardo verso di loro e così ti vedo il viso di lui, che facendo capolino dalla spalla della ragazza, mi accenna con un'espressione di scuse un discorso silenzioso che più o meno diceva: 'si è alzata così contenta che non potevo dirle no, scusa ma non ho invitato te..'Poi mi saluta e insieme sorridiamo. Anche questo è tango!