venerdì 26 novembre 2010

TANGO? A LITTLE WORLD

Il Tango è tra l'altro occasione di incredibili coincidenze. Poco tempo fa in una milonga qui in Germania, ballando con un tedesco ma forestiero in questa città, vien fuori il nome del mio migliore amico tanguero italiano che lui aveva conosciuto l'anno prima a Buenos Aires. In fondo l'ambiente non è così grande, anche se in forte espansione e poi sicuramente i tangueri sono gente che si muove, si sposta, migra anche solo per ballare in un posto nuovo e questo facilita scambi e incontri. Ma la coincidenza più grande fu senz'altro quando abitavo a Dallas qualche anno fa. Non appena trasferita mi organizzai quanto prima per andare in milonga. Era Halloween e ne racconto in questo post. Quello che però mi ritorna sempre in mente, tra tutte le disavventure, è proprio che la prima persona con cui ballai là era un ballerino incontrato due anni prima a Buenos Aires, dove lui, come me si trovava in vacanza! Siamo diventati ottimi compagni di tango e per tutto il tempo che ho vissuto a Dallas non ha mancato mai di invitarmi.

Ecco, qui devo fare un inciso: in Germania questo manca. Cosa? La voglia vera di ballare con qualcuno che se c'è, non vai via prima di averci ballato. Nascosta sotto coltroni e cappotti e affogata nella birra? Può essere, di fatto anche qui, non posso non confermare lo stereotipo e ammettere la discreta freddezza del carattere teutonico. Intendiamoci, non è sempre così ma gli sprazzi di entusiasmo o di manifesta passione (che non ha niente a che vedere con atti osceni o avances) sono mosche bianche che volano per la milonga. Mi manca questa cosa e non a caso per magia, alle volte ballando con qualcuno, all'improvviso torna quella sensazione, un attimo forse, ma c'era. Alla fine del tango guardo negli occhi il ballerino e capisco: "Ah! Non sei di qui...E di dove?". Mah..a scelta: argentino, italiano o spagnolo...alle volte turco o greco...ma insomma avete capito!

E invece io ne conosco di tangueri appassionati col senso del beat dalla punta dei capelli ai piedi. Quando vedo gente che balla così...per sport provo un certo rammarico per loro ma forse la mia è solo presunzione e in realtà ognuno il tango se lo vive dentro. In fondo come faccio io a sapere cosa sentono nel cuore? Vero...però è anche vero, che se questo qualcosa te lo tieni cucito nelle tasche io, che ballo con te, non lo potrò mai sentire e cosa c'è di più sprecato di un'emozione non condivisa? Specialmente nel tango! Il mio tanguero preferito a Dallas, di colore tanto per rimanere nell'ovvio, aveva dentro questa roba e quando mi invitava sentivo già solo nel gesto del cabeceo, l'unicità del momento, una sorta di affinità tanguera elettiva.

Io invito te come mia perfetta tanguera, in questo e per questo preciso tango ora e per sempre finché cortina non ci separi.

Mi chiedo spesso se il tango mi regalerà mai l'emozione di ballare ancora con lui in qualche milonga del mondo. Il tango VERO o almeno il mio tango vero è così, meravigliosamente crudele come l'amore: tu incontri qualcuno, nello spazio di un tango: nasce tutto e poi addio.

mercoledì 3 novembre 2010

MILONGA DESERTA.MA PERCHE'?

Purtroppo capita. E qui, capita spesso. C'è chi la chiama coincidenza, chi concorrenza, chi boicottaggio. Non lo so; quel che io so, è che spararsi 200km tra andata e ritorno per andare a ballare in una milonga dove trovi al massimo dieci coppie, di cui 7 magari principianti, sigilla una serata definivamente definibile 'da dimenticare'. A me dispiace, perché alla fine questa di cui parlo, (non ne faccio il nome per non contribuire ulteriormente al suo declino) è una bella milonga, in un bel posto, su un lago, organizzata da una coppia di ballerini argentini che insegnano nella zona, a sud di Monaco. La sala è molto grande, con il parquet, il bar, la terrazza sul lago e pure il ristorante per chi lo desiderasse, al piano di sopra. Il dj era assolutamente rispettabile. Ingredienti della ricetta soddisfatti, eppure, il dolce, potevi anche buttarlo!

Ma perché il tango deve funzionare in questo modo bizzarro? Sembra quasi, a guardarlo dall'esterno, che si decida a priori se far funzionare, appoggiandola e supportandola, una milonga nuova. Come a esercitare un potere di zona, come fanno i clan. Questa è una cosa che ho sempre notato, ovunque nel mondo mi sono spostata. Ne ho parlato spesso perché la percepisco come un'ingiustizia. Non è la pura legge del mercato che regna, ma quella del passaparola e del condizionamento esercitati dalle scuole di tango. E' difficile per un principiante avere le idee chiare sin dall'inizio e saper decidere dove andare o no, e anche giudicare chi merita e chi no. Io sono uno spirito per natura 'staccato'. Indipendente nel pensiero per vocazione ma anche per paura dell'alternativa. Di conseguenza, mi piace avere potere e controllo sulle mie decisioni. E decido dove andare, sulla base dell'esperienza, in primis.

Sabato scorso sono andata sul sicuro, a Monaco. Una milonga estremamente affidabile, La Tierrita. Sempre piena, ottima musica, ottimo livello etc. C'era l'esibizione che io definirei l'Esibizione dell'Anno: Damian Rosenthal y Céline Ruiz; senza ombra di dubbio tra le 10 coppie più preparate e interessanti del tango oggi. Eppure la sala era abbastanza sguarnita. Ho ballato, mi son divertita, perché là è sempre così, e lo show ha nutrito la mia anima tanguera ma mi son più volte chiesta dove fossero gli amanti del tango in una serata come quella. Almeno quelli della città, perché il sabato a Monaco ci sono solo due vere milongas. Il resto è discotango; non so se mi spiego.

E voi mi direte: e che te ne frega? Stimmt. Alla fine dei conti, non molto.

Baila e lascia bailar! (mantra del mese)

Ormai tanto è chiaro, che quando si parla oggi di tango
, non si parla, ncessariamente, della stessa roba.

E ora godiamoci un'altra volta questa milonga: