giovedì 6 maggio 2010

POSSEDUTA

In più occasione non ho mancato di sottolineare la mia tangodipendenza. Quello che forse non ho ancora raccontato riguarda lo stato di mera possessione che vivo rispetto alla musica. Perché in milonga, a ballare dico, uno va e poi torna a casa e fino a quella successiva non balla (tranne qualche incrocio per strada o qualche gancio al supermercato). Ma la musica ti rimane dentro anche per giorni. Così, praticamente tutti i gironi, mi alzo con un tango e me lo porto a spasso finché non ci ricorichiamo insieme appassionatamente per la notte da sognare abbracciati.

Bello sì, ma anche no. Ora ad esempio, sto lavorando ma nella testa c'è lui a fare adorni e ochos. Mi distrae, mi chiama come una sirena a sé e non smette finché non cedo; come adesso che ho deciso di provare a scriverci qualcosa su. Vediamo se postandolo qui, questo tango mi lascia in pace!




Sobre el tiempo transcurrido
vives siempre en mi,
y estos campos que nos vieron
juntos sonreir,
me preguntan si el olvido,
me curo de ti.
Y entre los vientos
se van mis quejas
muriendo en ecos,
buscandote...
Mientras que, lejos,
otros brazos y otros besos
te aprisionan y me dicen
que ya no has de volver

PERFETTO!

Nessun commento: