lunedì 21 marzo 2011

IL TANGO IN SUDAFRICA

In partenza per una mèta vacanziera e non, una delle ricerche d'obbligo è diventata quella sul tango. Si balla in Sudafrica?
La risposta è sì, si balla. E questo già porta punti in più nella scala di esaltazione prepartenza.

Prima di partire cerco sempre di immaginare come sarà la tal milonga e puntulamente non ci azzecco.
La comunità tanguera di Cape Town (che poi è la sola del Sudafrica insieme a quella di Johannesburg e a quella nascente di Pretoria) conta a quanto mi hanno raccontato i tangueri locali un'ottantina di tangueri ad essere larghi, dei quali ovviamente non tutti incalliti milongueri. Questo rende le milongas regolari, ossia quelle con cadenza settimanale, eventi più da bibita e chiacchere che non ammucchiate danzanti! Ci sono poi gli eventi straordinari e la milonga del secondo sabato del mese che probabilmente hanno più successo. Purtroppo sono riuscita a visitare solo una delle due milongas fisse che si organizzano a Cape Town: una il mercoledì (Rose Street Milonga) e una la domenica sera:

Milonga Que Pasa Latin Lounge: questa milonga si trova in un locale non molto grande e non lontano dal centro (due passi dal District Museum). Principalmente l'organizzatore si dedica alla salsa e solo la domenica presta la sala al tango e al maestro di tango che qui, come in un'altra cittadina, Stellenbosch, dà anche lezioni.

A Stellenbosch, ridente cittadina di terra rossa ma profumo e aspetto toscano, si balla il martedì, ma non sempre. In caso di bisogno è meglio contattare qualcuno tramite il sito di Cape Town che ho segnalato.

Tornando al Que Pasa Latin Lounge, vi posso dire che si tratta di un bar ben rifornito ma che non hanno niente da mangiare. C'è una pasticceria-panificio proprio dall'altra parte della piazza, ma chiude alle 17!
Il pavimento in ceramica lascia un pò a desiderare considerando che in alcuni punti è proprio sconnesso e ha delle buche qua e là. Il Musicalizador non esiste: c'è un cd player che va. Questo, come potete facilmente immaginare, lascia molte lacune nella selezione e di conseguenza anche nella milonga nel suo insieme. Per entrare si paga una schiocchezza, 3 euro e si balla dalle otto alle undici.

Niente cortinas, si conta.
Mi dice uno dei tangueri più anziani (in anni tangueri, 12). Perfetto, conto. Conto e basta perché le tandas, chiamiamole così, sono miste. Non voglio fare la schizzinosa quando si tratta di tango, soprattutto se mi trovo all'estero e quindi passo la mia serata in allegria ballando con molti dei presenti. Manca, a quanto mi dice la tanguera al mio fianco, il ballerino fondatore e di conseguenza anche più bravo di CT. Peccato! Ma, dice, quello con cui hai ballato ora, è uno degli storici. Bene, penso, sono stata ben accolta. Chiacchero un pò col maestro, balliamo e ci scambiamo i contatti. Forse la settimana prossima, mi dice facciamo una milonga a Stellenbosch (dove io mi troverò) con musica dal vivo. Parlo col musicista, un ceco emigrato e felicemente insediato a CT, dove dice, si vive bene con poco. Ballo con gli storici e con gli stranieri come me (tedeschi!e inglesi) e alle undici, senza nemmeno accorgermene, è già finita.

Pazienza, niente afrotango. E io che mi ero immaginata di veder ballare finalmente il candombe come si deve...Qui il tango deve ancora crescere e non mi riferisco alla competenza dei singoli tangueri, bensì all'atmosfera della milonga e alla vita tanguera che rendono un posto davvero tanguero o semplicemnte un posto dove si balla anche tango.

Rientro alla Guest House e un pensiero mi martella in testa: possibile che non ci fosse nemmeno un tanguero di colore? Il mio tanguero personale conferma. Siamo perplessi. Eravamo appena arrivati a CT e ancora non avevamo capito che questa assenza non è un fatto strano, purtroppo. Gli sforzi fatti per superare la storia e la sofferenza del passato sono enormi ma i miracoli non esistono e i problemi legati alla disuguaglianza sociale, alla diffusione dell'hiv e alla criminalità diffusa rendono il Sudafrica ancora lontano dal sogno di Mandela.